Tutti i giorni siamo abituati a ricevere una grandissima quantità di messaggi pubblicitari attraverso diversi canali: da quelli mainstream a quelli alternativi. Per la maggior parte delle volte si tratta di messaggi monodirezionali, come dei monologhi recitati dalle marche. In questo contesto noi, gente comune, siamo solo degli spettatori passivi che riceviamo quei messaggi senza poter dare delle risposte o dei contributi.
E’ chiaro che in un’era caratterizzata dall’uso dei social questi monologhi pubblicitari stanno diventando sempre meno originali ed efficaci. Dunque, c’è un estremo bisogno di coinvolgere attivamente gli spettatori in un modo alternativo e divertente. Come? Grazie agli Advergames!
Cosa sono gli Advergames?
No, non si tratta di un altro libro o film che racconta di uno strano gioco in cui le persone devono uccidersi a vicenda per vincere. Il termine advergame è una parola macedonia tra “advertising” e “game”, ovvero “pubblicità” e “gioco”. Quindi sto parlando di giochi che al loro interno contengono un messaggio pubblicitario e che le aziende utilizzano come strumenti di marketing innovativi.
La creazione di un advergame può essere molto utile alle aziende per:
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Rafforzare l’identità del brand;
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Promuovere o lanciare nel mercato prodotti e/o servizi;
- Sensibilizzare le persone su tematiche sociali;
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Raggiungere un’ampia fascia di consumatori sfruttando la viralità del gioco;
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Indire un concorso a premi;
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Risparmiare denaro rispetto alle tradizionali campagne pubblicitarie;
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Aumentare il Customer Engagement e la Brand Activation.
Alcuni esempi concreti:
Come accennato poco fa, spesso vengono creati degli advergames anche per sensibilizzare le persone su alcune tematiche sociali. Nel 2012, la compagnia di trasporti australiana Metro Trains Melbourne ha lanciato il video “Dumb Ways To Die” per promuovere la sicurezza delle ferrovie. In pochissimo tempo il video è diventato così virale che la compagnia ha deciso di produrre anche un videogioco scaricabile nei dispositivi mobili.
Dumb Ways to Die tratta la tematica della morte ma con una connotazione umoristica. Tuttavia il gioco non è stato creato per ridere e scherzare, bensì per sensibilizzare le persone circa alcuni comportamenti che spesso, purtroppo, si verificano durante il corso dell’anno.
E’ incredibile vedere come un gioco possa essere capace di veicolare un messaggio così importante per la vita di tutti giorni. Indipendentemente dal fatto che questa campagna di sensibilizzazione sia vincente o meno, Dumb Ways to Die è una dimostrazione di come i videogiochi possano veicolare messaggi a scopo educativo.
Tra l’infinità di advergames che promuovono prodotti e/o servizi venduti nel mercato, invece, prendiamo in esame quello del marchio Nike. Il noto marchio di abbigliamento e accessori sportivi ha lanciato un videogioco in cui un avatar corre e salta sopra i tetti delle case, sorpassando un flusso continuo di cartelloni pubblicitari che recitano gli slogan più famosi del marchio.
Quali sono i principali destinatari a cui gli Advergames si rivolgono?
In realtà tutti potrebbero giocare agli advergames ma generalmente quelli che ne traggono maggior beneficio sono i consumatori di un’età compresa tra i 13 e i 50 anni perché possiedono una certa conoscenza dell’uso della tecnologia.
Nel panorama italiano…
Le prime forme di advergaming sono nate in America negli anni ’80. In Italia questo fenomeno è arrivato quasi 20 anni dopo, tuttavia oggi sono sempre più numerose le aziende italiane che realizzano dei progetti di advergame per veicolare un messaggio pubblicitario attraverso il gioco e ottenendo notevoli vantaggi rispetto alla concorrenza.
Dal 2010 in poi, inoltre, gli advergames si sono evoluti grazie alle innovazioni tecnologiche e alla diffusione di pratiche ludiche nei contesti educativi e lavorativi. In aggiunta a tutto ciò, sono diventate sempre più diffuse le interazioni tra reale e virtuale grazie alle tecnologie come QR Code, RFID ed Augmented Reality. Queste tecnologie hanno consentito di utilizzare come “piattaforme” di gioco anche luoghi reali come parchi, supermercati, stazioni, aeroporti oppure oggetti materiali come le confezioni dei prodotti, le t-shirt, le macchinette distributrici. Pertanto lo scopo è quello di portare l’advergame anche nel mondo reale e non più solamente in quello digitale.
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