Il design è sempre stato importante per le aziende e negli ultimi anni lo sta diventando ancora di più perché viene utilizzato come strumento in grado di stupire e stimolare le persone. Il fine ultimo è quello di incrementare il Customer Engagement e la Brand Activation, cioè il coinvolgimento emozionale dei consumatori nei confronti di un marchio. Tuttavia non è possibile coinvolgere ed emozionare le persone senza prima conoscere i loro bisogni, gusti e preferenze.
Individuare i bisogni soggettivi dei consumatori per poi incorporarli nel processo di design è ciò che sta alla base della filosofia di progettazione user-centered (centrata sull’utente), dove ai desideri dell’utente e ai problemi che esso riscontra nell’uso del prodotto finale è data grande attenzione. Dunque la progettazione centrata sull’utente – in inglese “User-Centered Design” o “UCD” – ha lo scopo di massimizzare l’usabilità dei prodotti che finiranno tra le mani dei consumatori.
È stato D. Norman, psicologo ed ingegnere statunitense, a diffondere per primo l’idea di design incentrato sugli utenti e sull’usabilità. Con questa sua visione ha spinto i designer di tutto il Mondo a creare prodotti digitali e fisici che non dovessero solo funzionare ed essere di bell’aspetto ma che fossero anche in grado di agevolare l’affordance degli oggetti, dove per “affordance” si intende la capacità dell’uomo di intuire velocemente la modalità di utilizzo e lo scopo di qualsiasi artefatto.
Non a caso Norman guarda ai designer come a degli individui che hanno intrapreso studi di tipo psicologico-cognitivo, sociale ed umanistico e che prendono delle decisioni al fine di risolvere determinati problemi.
“La vita è già complicata e i designer devono renderla non semplice, ma meno complicata”. – Donald Norman
Per Norman, dunque, il design deve servire ad agevolare la soluzione dei problemi e ciò è possibile solo mantenendo l’utente al centro del processo progettuale.
Case Study: “Basta una curva per una smart city”
L’uomo non è in grado di progettare l’emozione in sé ma quello che può fare è migliorare il contesto in cui le emozioni vengono suscitate. Il caso di studio che vogliamo raccontarvi oggi si svolge nel contesto urbano.
Le città sono dei sistemi complessi in cui le persone vivono, lavorano ed interagiscono. Per questo motivo dovrebbero essere “people-friendly“, cioè progettate su misura per le persone ed in grado di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini.
Nel 2013 IBM – in collaborazione con Ogilvy & Mather France – ha risposto ai bisogni dei cittadini creando la campagna “People For Smarter Cities Project”. Grazie a questo progetto, i semplici cartelloni pubblicitari che tutti noi siamo abituati a vedere per strada hanno acquisito un ulteriore scopo che va ben oltre quello promozionale-commerciale.
“Basta una curva e i cartelloni pubblicitari in città possono trasformarsi in tettoie per la pioggia, panchine per riposare e pedane per superare barriere architettoniche”.
Per la prima volta le affissioni pubblicitarie sono utili anche ai cittadini: se piove si riparano, se sono stanchi si siedono, se sono disabili o se trasportano valigie ed altri pesi evitano le scale. La soluzione è “in una curva”, la soluzione è nel design centrato sugli utenti.
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