In questi ultimi anni il Sovraccarico Informativo e l’infinità di prodotti lanciati nel mercato caratterizzano la nostra vita quotidiana. Ed è proprio in mezzo a tutta questa abbondanza di informazioni e di prodotti che ciascun Brand ha l’esigenza di farsi conoscere e di spiccare rispetto alla concorrenza, al fine di “sopravvivere” ed ingrandire la propria Customer Base (l’insieme dei clienti di un’impresa). Ecco, allora, che lo Storytelling Aziendale entra in scena per aiutare questi Brand a differenziarsi gli uni dagli altri.

Cosa è lo Storytelling Aziendale?

tellingIl termine Storytelling può essere tradotto in italiano con le espressioni “raccontare una storia” o “comunicazione narrativa”. Dunque si tratta di una tecnica di comunicazione che, attraverso il  racconto di una storia, attira l’attenzione di uno specifico pubblico, fa arrivare a questo ultimo un messaggio per poi invogliarlo a compiere una specifica azione.

Al concetto di storytelling è possibile affiancare l’aggettivo “aziendale” perché tutte le aziende hanno una storia da raccontare: deve essere una storia che esprima l’identità aziendale e che metta in risalto i valori in cui crede e si ispira l’azienda, invece di mostrare i prodotti che essa produce e vende. Quindi lo Storytelling Aziendale serve a trasformare un messaggio commerciale in una narrazione.

Quali fasi deve seguire un’azienda per prepararsi ad una strategia di Storytelling?

  1. Tanto per iniziare ciascuna azienda dovrebbe svolgere un processo di auto-analisi, cioè riflettere su se stessa, in modo da valutare i propri punti di forza e di debolezza. Questo primo step serve per definire la propria identità aziendale.
  2. In secondo luogo l’azienda deve individuare i bisogni dei suoi potenziali clienti, per poi offrir loro dei prodotti e dei servizi che siano in grado di soddisfarli.
  3. Dal momento in cui interagiscono con uno o più prodotti (o servizi) dell’azienda, quei potenziali clienti si convertono in clienti reali. Pertanto questo è lo step in cui va costituita una community cioè un gruppo di persone che non solo utilizzano fisicamente gli artefatti dell’azienda ma ne parlano, li promuovono, recensiscono e raccomandano ad altri potenziali clienti. Ciò significa che i membri della community inizieranno a svolgere il ruolo di prosumers (promotori + consumatori).
  4. Una volta costituita la community, è necessario mantenere un dialogo aperto con essa. Questo dialogo deve essere bidirezionale, cioè uno scambio continuo di idee ed opinioni tra l’azienda e i suoi clienti.

“Quale storia può raccontare la mia azienda?”

Ciò che l’azienda deve comunicare alla sua community non è altro che la propria identità, “diluita” in tanti piccoli e costanti messaggi. Nel concreto: l’azienda può sfruttare diversi mezzi (stampa, radio, tv, web, negozi fisici…) per raccontarsi, ovvero per far vedere alle persone chi è, di cosa si occupa e poi dove, come e perché se ne occupa. Questo racconto dovrà essere:

  • multicanale: cioè distribuito attraverso più media (da quelli tradizionali a quelli digitali);
  • continuo: ogni medium è come un tassello di un puzzle, quindi ricomponendo tutti i messaggi trasmessi mediante i diversi media è possibile ricostruire l’intera storia aziendale;
  • coerente: ogni messaggio, anche se diverso da quello precedente e da quello successivo, deve comunque essere in linea con l’identità e i valori che l’azienda vuole esprimere.

Il risultato sarà una storia aziendale di tipo transmediale ovvero una forma narrativa che, muovendosi attraverso diversi tipi di media, contribuisce a perfezionare ed integrare l’esperienza dell’utente con nuove e distinte informazioni.

Ogni medium, veicolando nuove e distinte informazioni, contribuisce allo sviluppo della storia e alla comprensione del mondo narrato. In questo modo l’utente è chiamato a ricostruire il significato complessivo di un’opera integrando vari media.

Henry Jenkins – Cultura Convergente (2006)

Generare valore

valoreAll’inizio di questo articolo siamo partiti dall’assunto che oggi l’uomo è circondato da un’abbondanza di informazioni e di prodotti e che, pertanto, le aziende hanno bisogno di differenziarsi le une dalle altre per attirare l’attenzione dei loro potenziali clienti.

Grazie allo Storytelling Aziendale ciascun Brand ha finalmente l’occasione di raccontarsi, di far conoscere i valori a cui si ispira e le sue ambizioni future. Queste storie aziendali permettono alle persone comuni di rispecchiarsi nel Brand, di farsi trasportare dalle emozioni e di condividere con esso le stesse passioni. Non a caso, i consumatori emotivamente legati ad uno specifico Brand sono:

  • più predisposti a diventare clienti fedeli di quel marchio e raccomandarlo ad altre persone;
  • meno predisposti a comprare altrove i prodotti di cui necessitano;
  • meno sensibili ai prezzi dei prodotti o servizi offerti dal brand in questione.

Tutto ciò si traduce in valore per l’azienda, un valore tangibile (in termini di guadagno) ma anche intangibile e dunque misurabile da una serie di fattori come: il supporto da parte dei propri clienti, la consolidazione di relazioni durature con gli stakeholders, successo, ottima reputazione e un alto grado di fidelizzazione del cliente.

 

Adesso che ne sapete un pò più di Storytelling Aziendale cliccate qui per scoprire quali Brand di successo hanno saputo valorizzarsi con questa tecnica di comunicazione!

 


1 Comment

Storytelling Aziendale: alcuni esempi di successo · 11 Ottobre 2017 at 17:42

[…] precedente articolo abbiamo parlato di Storytelling Aziendale, spiegando cosa è e come può generare valore per i Brand. Questa volta vogliamo presentarvi alcuni di quei marchi che hanno saputo pianificare […]

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