Con il termine “Beacon” ci si riferisce a dei piccoli dispositivi bluetooth (possiamo chiamarli trasmettitori) che inviano segnali radio a basso consumo e a corto raggio. Questi, a loro volta, possono essere captati dai dispositivi mobile (anche detti ricevitori) come ad esempio i nostri smartphone e tablet.
Come possono i nostri smartphone comprendere ciò che il Beacon sta cercando di dir loro?
Semplice: per permettere loro di conversare amorevolmente (si fa per dire) c’è bisogno di un’applicazione mobile – già presente in Google Play o Apple Store oppure creata ad hoc – che sia in grado di captare e decifrare il segnale bluetooth. Questo segnale, una volta decifrato dall’applicazione, avvia specifiche azioni programmate (ad esempio ci fornisce delle informazioni su di un quadro al museo o su un monumento della città che stiamo visitando, oppure ci mostra il messaggio promozionale di un negozio della zona, magari ci apre anche una porta automatica e così via…). Che dire, i servizi che può offrire sono potenzialmente illimitati!
La tecnologia Beacon ha molti aspetti che la rendono speciale:
- Per essere una tecnologia all’avanguardia, i costi sono relativamente bassi;
- Ad oggi sono nate molte compagnie che offrono un servizio completo di vendita e creazione di applicazione per Beacon;
- I Beacon sono stati appositamente pensati per essere piccoli, per consumare poca energia e durare a lungo;
- Proprio per la loro “ergonomia” possono essere attaccati a qualsiasi tipologia di superficie, liscia o ruvida che sia;
- Dal momento che i Beacon possono essere installati ovunque senza alcuna difficoltà permettono un’attività di monitoraggio, anche in tempo reale, dell’afflusso e dei comportamenti dei visitatori all’interno di uno spazio fisico come ad esempio un negozio;
- Ultima caratteristica, ma non per importanza, è il concetto di Esperienza Aumentata. L’utilizzo della tecnologia Beacon in ambienti tradizionali (come un supermercato oppure un museo) può migliorare ed estendere la visita sia in termini di quantità e qualità dei contenuti, sia in termini di accessibilità temporale. In parole più semplici i contenuti sono multimediali, interagiscono con l’utente e soprattutto sono sempre a sua disposizione nel suo dispositivo mobile: prima, durante e anche dopo la visita.
Dunque ci state dicendo che questo Beacon è perfetto?
Sono molti i cosiddetti “scettici” che considerano la raccolta dei dati personali il punto debole del nostro caro Beacon. Questo aspetto ha spesso fatto emergere dei dubbi sull’utilizzo di questa tecnologia.
Noi, in realtà, preferiamo descriverlo come un “difetto apparente”. Il motivo è semplice, basta documentarsi: essendo una semplice antenna, cui unico scopo è trasmettere, non può registrare alcun dato sensibile riguardo chi lo utilizza.
Discorso diverso, invece, deve essere fatto per l’app. Speriamo sia chiaro a tutti i possessori di smartphone o altra tipologia di device che le applicazioni possono immagazzinare una grande quantità di dati, i quali possono essere successivamente trasmessi a chi ne è interessato. Qui entra in gioco la “buona fede” di chi vuole sfruttare i Beacon per racimolare dati sensibili con l’unico scopo di fare business.
1 Comment
IoT: alla scoperta dell'Internet of Things! · 20 Giugno 2018 at 17:20
[…] Un esempio tra questi è il Beacon che, grazie al segnale Bluetooth, permette ad altri dispositivi intelligenti di identificare la sua posizione, ottenere contenuti e/o avviare delle specifiche azioni, argomento di cui abbiamo già parlato in passato (leggi l’articolo cliccando qui). […]